“La primissima definizione formale di un’idea di abito si concretizza nel disegno, un punto d’arrivo nella dimensione della realtà ed insieme un punto di partenza per un progetto. Nello specifico, il disegno per me è necessità e passione insieme. Mi è indispensabile per fermare le impressioni e dar loro un abbozzo di consistenza, in uno schizzo veloce, fatto di pochi tratti a matita, precisi e sintetici. La silhouette fissata nei suoi punti essenziali – le spalle, la vita, le gambe che si allungano sul foglio – consta di poche linee, ma è già una figura. Non potrei mai concepire un abito immobile sulla gruccia: per me ogni embrione di abito è già qualcosa di vivo, perché “lo sento” dotato sin dall’inizio dell’animazione che danno il passo ed il movimento. E come in un normale processo di crescita, questa sorta di essenza dell’abito acquista ben presto forza ed identità quando le poche linee del mio bozzetto vengono sviluppate secondo i principi della geometria in un disegno tecnico, nel quale le forme, le componenti ed i particolari dell’abito vengono analizzati, scomposti e ridefiniti da codici, numeri, misure, elementi di riferimento universalmente comprensibili e condivisibili”.