“Di Walter Albini conservo moltissimi ricordi: per più di una stagione, agli inizi della mia carriera, ho collaborato con lui disegnando accessori per le sue collezioni. Del suo stile conservo un’impressione indelebile di fantasia assoluta, di propensione dandy e volutamente pignola al coordinamento a tutto campo, dall’abito alla sciarpa, alla pochette nel taschino. Un coordinamento operato a priori, già a livello di primo abbozzo del capo… Lui era così: l’estro allo stato puro, la fantasia capace di valicare e quasi di annullare la realtà, l’approccio puramente estetico al concetto di eleganza. Ma soprattutto conservo un ricordo personalissimo, un’immagine precisa, una specie di flash che ancora riesce a sorprendermi quando riaffiora nella memoria. Era la prima volta che lo incontravo. Io indossavo un abito di gabardine beige, rigorosamente borghese, ed avevo raccolto i bozzetti che intendevo mostrargli in una cartella di pelle ancora più borghese. Lui mi ha accolto in un completo di lino bianco, accecante, totale, quasi irreale. Non potevamo apparire, ed essere, più diversi l’uno dall’altro…”