MODA AL MASCHILE
La moda maschile è per me, soprattutto, una questione di metodo. L’approccio è progettuale: in questa direzione la mia formazione di architetto mi fornisce l’attitudine mentale e gli strumenti, sia culturali che di indagine, attinenti perfettamente al microcosmo della moda…
L’idea portante nel mio approfondimento sulla moda maschile risiede nella ricerca costante di proposte flessibili, ma sempre di estremo comfort, che rimandano a una lontana, ma presente, matrice di educazione tradizionale, come tradizionale è il modo di pormi nei confronti dell’abito maschile, sempre studiato e costruito con una disinvoltura che, perfezionando il concetto di scioltezza e di destrutturazione, è diventato ormai il mio “lessico familiare”…
Pur amando le sperimentazioni e la ricerca nel campo dell’abbigliamento sportivo, da vacanza o da evasione, credo nel valore simbolico e di rappresentanza contenuto nell’abbigliamento formale, nel classico che abbia una precisa identità, perché il vestire da città ha regole codificate, benpensanti…
Penso che il futuro sarà un’espressione del nostro spirito più che del nostro potere e del nostro denaro, anche se oggi una “uniforme” non rappresenta tanto lo status di una persona, quanto il suo paradigma mentale…
Evoluzione nella continuità è una definizione che mi piace nella mia storia del “fare cose per uomini”. Continuità soprattutto nel metodo di lavoro, nella rilettura costante della tradizione, nell’evoluzione dello stile perché ogni collezione è connotata al momento storico, all’ambiente sociale in cui si colloca, alle necessità, alle abitudini, insomma al modo di usare il vestito…