Collezioni —Uomo / Prêt-à-Porter
Primavera / Estate — 1997
Cartella Stampa
“L’impressione, osservando i vestiti, è che siano stati plasmati: forme ampie, strutturate, ma realizzate con tessuti cadenti, si contrappongono a forme più snelle e vicine al corpo, senza subire la costrizione dello stretch. In una ricerca di naturalezza, le esperienze tecnologiche non sono più esaltate ma contribuiscono a costruire la concretezza, la solidità dei colori e delle linee, la qualità dei tessuti… Su tutto, ho voluto che aleggiasse un senso di maschia naturalezza, come si potrebbe trovare in un Anthony Quinn giovane, in Raf Vallone o Alexandros Panagulis. Ho voluto che soffiasse una brezza mediterranea, leggibile negli accessori, nell’assenza deliberata di decori, in certi atteggiamenti dall’impronta quasi infantile: come la camicia senza colletto sul pantalone blu, o il pantalone nero con la camicia di percalle avorio…
Nei colori delle pietre, ho realizzato abiti che sono senza tempo: il completo formale, ma talmente morbido che si porta come se fosse un vestito per il relax; il completo sportivo che è talmente vicino al corpo da diventare quasi un’uniforme, le camicie che hanno fogge canoniche…
La vita è segnata, naturalmente; la spalla è arrotondata in un disegno nitido ed elementare, pulito. Con un effetto di leggerezza che tocca anche i capi in pelle, dove ho mescolato anaconda vero e finto, in un’alchimia un po’ stregata, gallapawa sudamericano: pelli soffici e leggere che sarebbero piaciute ad Apelle, figlio di Apollo… Da indossare perfino con i pantaloni gessati marroni e le scarpe dalla suola di bufalo…
Per il vivere quotidiano, per le differenti realtà in cui destreggiarsi ogni giorno, ho messo a punto un nuovo progetto: la Gianfranco Ferré Jeans, prodotta e distribuita da ITJ – Gruppo Ittierre. Un progetto complesso, che solo la tecnologia rende possibile dando consistenza alla fantasia. Così ho tradotto nella disinvoltura dello stile denim i tessuti e i colori del formale: con giubbotti di gabardine lavata e rifinita come in una giacca; jeans di nylon e viscosa con effetti cangianti, capi in carta da pacco tipo sacchetto del pane, che si stropiccia…”
Gianfranco Ferré