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Collezioni —Uomo / Prêt-à-Porter

Primavera / Estate — 1996

Cartella Stampa

“Che cosa significa progettare per l’uomo, quali comportamenti e valori siano sottintesi nell’abbigliamento, è una riflessione che vado precisando con il tempo. Consapevole come sono che analisi ed eccessi deliberati ci allontanano dalla nostra cultura, appannando la coscienza di vivere in una realtà con regole di comportamento da conoscere e in qualche modo rispettare, ho lavorato sulla duttilità del formulario tradizionale, senza scivolare in gag o travestimenti… Sottolineando sempre di più il rapporto tra forma e materia, ho accentuato la ricerca tecnologica sulla tessitura e la finitura e sperimentato nuove combinazioni e trasformazioni di materiali. Per appagare canoni classici, pur adattandoli a fogge contemporanee ed elastiche, che assecondano il nuovo dinamismo dell’uomo, la sua radicata necessità di piacersi. Che non indulge al narcisismo, non scade nel compiacimento, ma rispecchia amore per il corpo e conoscenza determinata di sé …”

Gianfranco Ferré

FORMA

Equilibrio degli opposti: la giacca, che pure rispetta le tipologie più elementari e determinate del vestire da uomo con una costruzione di spalle e rever adeguata, muta consistenza: molle e peso-piuma in triplo crêpe dall’increspatura naturale. Elementare e compatta in lana stretch, con una foggia più corta e piccola, aderente, in lino calandrato. Grossi tessuti a maglia di viscosa e nylon accentuano l’effetto cascante. Pantaloni morbidi, definiti dalle scarpe solide con suole elastiche e leggere, o più aderenti e affusolati sul fianco.

COLORE

Una gamma di ultraneutri, dal bianco al sabbia, a un’invitante sfumatura nocciola tostata. Il silenzio del grigio, la profondità del nero e del blu. Tocchi decorativi di rosso.

Le segnaletiche più evidenti: grossi damier bianchi e neri; enormi righe gesso e carbone (costruite con particolari operazioni di patchwork) per le camicie; galles gigante e operato per le giacche stile Casinò; gessature al neon per gli abiti stile night a Portofino; bianco e blu per le righe marinare.

STRETCH

Dinamismo e fisicità, evidenza e slancio. Per affrancarsi dalla rigidità della giacca e assecondare l’agilità di comportamento di un uomo educato dallo sport, un filo elastico percorre giacche, pantaloni, camicie. Sottolinea i movimenti pur rispettando la struttura formale degli abiti. Dà sostanza e spessore ai tessuti.

CORPO

Il segno dei movimenti, l’accento di un gesto: quella tecnica particolare che è la calandratura che dà una mano lucente a lini e cotoni, diventa una firma, un elemento di riconoscibilità. Ogni gesto incide una piega leggera, lascia una traccia. Ogni abito prende una forma personalissima, diventa un secondo corpo.

DIVISA

Un lessico impeccabile e familiare che si esprime con il tutto nero accentuato dalla camicia di popeline bianco (all stretch). Il comfort dell’uniforme da lavoro, con un senso di provvisorietà aggiustata, per gli abiti di crêpe sabbiato o marrone, chiusi al collo da un piccolo occhiello esterno. L’elegante praticità delle giacche-sport pieghevoli in tela paracadute, con soffietti e ampiezza calibrati. I completi in rasatello di cotone grigio e i gessati corposi e spessi, che superano il formalismo per andare alla radice della tradizione.