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Collezioni —Uomo / Prêt-à-Porter

Primavera / Estate — 1983

Cartella Stampa

Identificazione di un uomo

“Mi piace pensare che il protagonista sempre coerente, sempre uguale, eternamente forte, sia stato superato. E che l’uomo abbia invece raggiunto, attraverso le esperienze, il modo di vivere, i cambiamenti di gusto e di costume, un rapporto con se stesso. Direi addirittura fisico, con la propria faccia. Quindi sia diverso, secondo i momenti e le occasioni. Se lavora al Fondo Monetario, la responsabilità e il ruolo esigono si presenti come un business-man. Se viaggia – e credo avvenga spesso, per scelta e per affari – assorbe i colori, il clima, la rilassatezza dell’ambiente. Li conserva dentro di sé come una nostalgia. È quel sentimento indefinito che i grandi cosmopoliti chiamano mal d’Africa, mal d’India. La somma di più società, filtrate dalla memoria. E forse Errol Flynn”.

(Gianfranco Ferré, conversazione registrata il 3 luglio ’82)

Gli elementi del gioco

Vestire classico. Nessuna interpretazione, nessuna scappatella di linea o di tessuto. Se dev’essere formale, che sia impeccabile: giacche con la spalla importante e morbida, revers ben visibili, il leggero “fresco” di lino, la mischia tropicale di cotone e lino, di seta e cotone.

Vestire sport. Un ricordo di polo e di cricket, nel bianco mescolato ai classici colori inglesi. Più il tocco di uno stemma. Con tasche tipo gilet in due toni contrastati, blusotto in pekary forato, niki in spugna.

Vestire caccia. Ma nella savana e nei deserti, assolutamente mimetico tra la terra e i tronchi. Il giubbotto e la camicia saharienne hanno tasche volanti – paravento e portadocumenti – in grisette di cotone con applicazioni di pekary forato. l pantaloni sono a vita alta, con doppio passante e tasca sigillata antisabbia.

Vestire naturale. Come in una fattoria sugli altipiani del Kenia, in una vacanza nel Rajastan, in un bar di Nairobi. Giacche leggere, a rigature da straccio indiano, addirittura a quadretti tipo asciugamano. Colori da mercato di spezie, orientali, uniti al bianco pelle d’uovo della camicia e dei pantaloni, al cuoio delle scarpe Old England bicolori. Camicie spesso senza collo, talvolta senza bottoni, con la chiusura semplicemente a soffietto.

Vestire di maglia. Interlock con patch di camoscio. Spugna, dal verso cimato e al contrario, con popeline di cotone. Pekary forato e mélange di fibre naturali a formare righe. Seta/lino, cotone/lino, grezzi come se fossero lavorati a mano, con maniche di cotone da rimboccare. Il massimo del comfort, come le scarpe silenziose a espadrillas, ma di cuoio, e le cinture morbide, a intrecci di materiali diversi.

(Ripercorrere l’itinerario leggendo Breve la vita felice di Francis Macomber, di E. Hemingway).