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Collezioni —Uomo / Prêt-à-Porter

Autunno / Inverno — 1999

Cartella Stampa

“Nel vestire che cambia, niente cambia più del vestire da uomo, con le sue impreviste combinazioni di libertà e di atteggiamenti. Una miscela ad alto tasso di variabilità che obbliga anche te, che stai disegnando, ad esprimere una concretezza, una ragione d’essere dei singoli pezzi ed elementi che poi ognuno declina ed adatta secondo lo spirito e la propria personalissima volontà di volare.

A questo punto del percorso, allo stilista spetta il compito di realizzare – in modo quasi emblematico – il formulario della buona qualità, della naturalezza, di quella sofisticazione che nasce dalla solidità consapevole del gusto. Così, ho lavorato secondo questo spirito elementare, spontaneo, ma certo non minimale. Anzi, direi lussuoso, perché ho applicato le tecnologie più avanzate a materiali puri quali lana, cachemire e feltro di cachemire, pressato come quello dei cappelli.

Ho dato sveltezza e dinamismo ai caratteri formali della giacca e del cappotto, rinforzando, trapuntando, gonfiando in alcuni punti la struttura e foderando il paltò con uno strato leggero di piume d’oca e di pellicola termocoibente. Al jeans, protetto con un trattamento simile a quello usato per le tute da moto, ho aggiunto solidità e spessore. Per suggerire un senso di massima scioltezza che rimandi alla natura del capo, dei volumi, degli elementi che lo compongono, si può passare dal visone autentico al visone artificiale per gli interni, dal nylon alla foca per i giubbotti larghi. Mentre i paltò di feltro sono approntati con accuratezza tradizionale ed i cappotti di normalissima lana, per contrasto, sono tagliati con il laser.

Il comfort della forma a uovo, avvolgente, quasi tonda, è sottolineato, a parere mio dalla scelta morbida dei colori: marrone bruma misto a viola e grigio, verde unito all’acciaio, avorio e il classico cammello con il nero assoluto. Ma ho voluto realizzare anche una linea più asciutta e sartoriale, con revers piccoli e con spalle costruite ed accentuate da sottospalline di crine. Senza compiacimenti e lusinghe.

Certi narcisismi, mi sembra, sono stati superati dalla libertà dei gesti. Più che narciso, oggi l’uomo è libero: libro di scegliere, di mescolare il giorno alla sera, di portare la T-shirt sotto il cappotto non come indizio di raffinatezza, ma di barbara esultanza. E perfino il breitschwanz sulla flanella perde ogni allusione classica per colare come una macchia d’olio. Una pennellata selvaggia di silicone…”

Gianfranco Ferré