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Collezioni —Donna / Prêt-à-Porter

Primavera / Estate — 1991

Cartella Stampa

Ho voglia di energia, un’energia vibrante che generi ottimismo. Ho voglia di realtà e senso dei nostri tempi. E insieme, voglia di sognare. Senza sguardi a un passato troppo recente di cui vedo tornare solo la parte più volgare e appariscente. Mentre io sogno emozioni forti, incontri totali con acqua, vento, sabbia. Una natura che trasforma la materia e aggiunge fisicità ai tessuti. Perché io vado cercando effetti di trasparenza, che esaltano il corpo in senso poetico o puramente sportivo…”

Gianfranco Ferré

Travolti da una nuvola di sabbia gli abiti diventano sportivo-mimetici e lievi, volanti. Tricot di nylon doppiato di organza, pullover spolverati di granuli polinosici come la finissima polvere che ricopre un costume bagnato. Sahara-jacket forti e costruite. A volte burnus. Pantaloni di tela paracadute. Tuta di nabuk bianco; ma aperta, scollata.

Stringendo, annodando, avvolgendo la ricerca delle forme si muta in dinamismo. La camicia balloon è tenuta da coulisse che gonfiano l’ampiezza degli spicchi. Quel che piatto sembra una ruota, indossato si rivela una tuta con lembi da gettare sulle spalle. Silhouette avvolta e scattante come quella degli uomini blu, con semplici rettangoli di stoffa drappeggiati addosso.

Esotismo mediterraneo, chiaroscuri del Sud. Spighette, nastri, galloni bianchi come trafori di stucchi. Luci e ombre, bianco e nero, ottenuto unendo la passamaneria sull’organza. Lucentezza di azulejos con il patch di ceramiche frantumate . Tesserine di ceramica sul costume da bagno, e come un mosaico che all’improvviso si animi. Lino rigido e intrecciato che imita i lavori di ebanisteria.

Materie trasformate, alchemiche, inventate. Lycra spolverata di pelle e catalizzata. Tessuti che sembrano minerali, vegetali, di legno, di marmo. Lycra e taffetà cangianti pigmentati a broccato. Pezzi di caftano giuntati con raso per pullover ed accappatoi di spugna.

Dolce scivolare di tessuti. Seta lucida da lingerie per le giacche dalle proporzioni insolite con la vita spostata verso l’alto e senza colletto, o per la camicia lunga sul pantalone largo. Duchesse e shantung per il caban con la camicia. Seta selvaggia nei toni burrosi e cremosi. Rasi doppi e sostenuti per i tailleur formali, con un irresistibile scollo sul dorso.

Il segno Ferré. La camicia di organza bianca leggera e areata, trattenuta da una sciarpa di taffetà sui fianchi. La cromia astratta dei neutri, sabbia, terra, blu.

L’esplosione orientale di rosa, zafferano, bougainvillea, gelsomino. L’eleganza selvaggia della pelle e dell’anaconda.

Nella camera delle meraviglie, nel baule che nasconde tesori. Broccati. Grafismi di organza bianca e nera con la lucentezza dell’onice. L’iridescenza della madreperla: ricami di bottoni, incrostazioni su disegni e stampe. Righe baiadera. Jumpsuit che termina a scarpa.

Una folata di vento, una nuvola di sabbia. Come un sogno, sul vestito resta l’impronta di mille granelli che disegnano la curva del seno, la voluttà del fianco.