• 1960
  • 1961
  • 1962
  • 1963
  • 1964
  • 1965
  • 1966
  • 1967
  • 1968
  • 1969
  • 1970
  • 1970
  • 1971
  • 1972
  • 1973
  • 1974
  • 1975
  • 1976
  • 1977
  • 1978
  • 1979
  • 1980
  • 1980
  • 1981
  • 1982
  • 1983
  • 1984
  • 1985
  • 1986
  • 1987
  • 1988
  • 1989
  • 1990
  • 1990
  • 1991
  • 1992
  • 1993
  • 1994
  • 1995
  • 1996
  • 1997
  • 1998
  • 1999
  • 2000
  • 2000
  • 2001
  • 2002
  • 2003
  • 2004
  • 2005
  • 2006
  • 2007
133

Collezioni —Donna / Prêt-à-Porter

Primavera / Estate — 1985

Cartella Stampa

“C’è molta tranquillità, molta. calma interiore in questa collezione, molta cultura nel senso di comportamento acquisito. Perché l’aggressività, il bisogno di affermazione, la disinvoltura programmata appartengono al passato, sono state macinate lentamente e assorbite solo quanto basta e si sente necessario. Mentre oggi riaffiora un senso di quiete e di semp1icità, che si traduce nel comfort per il comfort, nella scelta spontanea di ciò che piace, sia l’espadrilla di cinghiale ricamato sia la décolleté a scultura, che mescola la zeppa con il tacco. Niente è innaturale o artificiale. Anche i lembi che si piegano, si drappeggiano, si avvolgono intorno al corpo nascono da gesti semplici, istintivi…. Con un nitore che ricorda certe discip1ine orientali …. Così mi sembra che questi abiti alludano a qualità particolari: l’individualità, l’intelligenza, l’autonomia. Come se dicessero: la moda sei tu”.

Gianfranco Ferré

E’ il momento di scegliere liberamente e con naturalezza: le giacche smilze più corte dietro più lunghe davanti, per un effetto verticale e sfuggente.

Le giacche oversize di georgette pesante: quasi una camicia da uomo con effetto di pieghe invisibili sotto il cannoncino, da abbinare alle camicie in garza di cotone.

I pantaloni morbidi,  comodi, abbondanti con tasche tagliate tra le pieghe, in tessuti inediti: taffetà di seta, popeline di seta, fiocco di cotone. La giacca affidata alla spontaneità di un nodo che raccoglie l’ampiezza, davanti strizzato, dietro blusante. La tunica dritta con il pannello sovrapposto, che crea drappeggio semplicemente infilando le mani in tasca. L’abito dinoccolato e spoglio, con la sopragonna a pieghe in mezzo sbieco, non stirate che ondeggiano al passo. Pullover rettangolari, il collo a occhiello, da infilare con sovrana indifferenza: davanti o dietro non importa, ricadranno mollemente in scollature abissali. Le gonne giganti da annodare a fascia e lasciar spiovere in pieghe centrali. I costumi drappeggiati in pieghe minute e naturali (effetto della sovradimensione della lycra). Il cervo double face  per i camiciotti dalle spalle sostenute ma spioventi, con il bordo a sciarpa di seta per annodarlo più strettamente.

Le nuove formule del nero: la gonna di marocain appuntita e allacciata fittamente come un gilet, con la camicia da smoking di organza trasparente. Il vestito bustier, sempre con le doppie punte e l’allacciatura fittissima con il fazzoletto infilato nelle tasche, o che sbuca alla cintura, o che ricade sul dorso (è il dettaglio rivelatore della stagione). I pullover o le canottiere a coste in filo d’oro, i cardigan e gli sweater di marocain come le gonne etniche. Gli stampati vortice a disegni concentrici, la spugna di lana e seta, la garza di cotone “inamidata” la fiandra, la doppia-seta tinta in filo, il lino tessuto a trama larga, rubato alla collezione uomo, seguendo due gusti opposti ma non contrastanti: tessuti morbidi e sfiniti, tessuti scattanti e fruscianti. I colori opachi e densi, come il blu unito al marrone e al nero.

I colori energetici da bonzo tibetano, giallo e arancio

I colori spirituali, bianco assoluto, bianco relativo e sabbiati.

PER UNA COLLEZIONE ZEN (Da leggere, volendo , secondo la massima zen “Nel camminare, camminate. Sedendo,sedete. Soprattutto non tentennate”).