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Collezioni —Donna / Accessori

Primavera / Estate — 1999

Cartella Stampa

Collezione Prêt-à-porter

“Ripercorrendo le immagini dei miei vent’anni, ho riflettuto a lungo sulla natura, chiamiamola così, del prêt–à–porter, al quale appartiene tutto ciò che è qualità, eleganza, design in ogni sua espressione. Per questo ho voluto dedicare la collezione al concetto del “modernamente eccezionale” dove abiti diversi rispondono alle esigenze del bello e del prezioso. Guidato da quell’esperienza di progettista del vestito che mi ha aiutato a dare forme all’estro, a scolpire la materia in maniera insolita, a trovare nuove formule che si possono declinare e applicare secondo la volontà e il piacere di ognuno. Come …

Se sento come vitale l’esigenza della struttura, provo una simile necessità anche per la fantasia e le emozioni, che si devono tradurre in slanci di iperfemminilità e di gioia. Gioia di piacere, gioia di conquistare. È un’alchimia che nasce dalla miscela di emozioni e di tecnica, usando con sottigliezza materiali e tele; creando sistemi di costruzioni a vista, trasparenti; sfruttando l’aria che spostiamo muovendoci, ideando coni che producono volumi anche inusitati, superando attraverso la geometria del design i limiti e il peso della materia… Ma in un’atmosfera naturale di sole che abbronza e leviga la pelle, di calore, di calma. Di magici colori come il fucsia, il rosa, il corallo. Di sostanze insolite che ricordano i pergolati e i cannicciati. Come la rafia, un graffio al femminile…”.

Gianfranco Ferré

Leggerezza e trasparenza.

Blusotti di gazar trasparente e sostenuto, su cui crea binari e percorsi anche la corposità delle cuciture. Impermeabili di gazar gommato e caucciù color ambra. Pantaloni e camicie di taffetà lavato e senza peso. Blouson quasi da motociclista di pelle sfoderata, ma con quel breve spessore che la rende elastica. Coccodrillo frantumato e ricomposto, ogni scaglia applicata sul tulle elastico per la T-shirt, oppure rigido per le minigonne coniche che si appoggiano sui fianchi.

Scomposizione e superamento delle forme.

Voglia di libertà dai criteri definiti, trasformando geometrie di stoffa in camicie che si drappeggiano a volontà e sezioni di cerchio in gonne, fermate in vita o ai fianchi con una spilla. Semplici rettangoli di materia con coulisse, incastri, sovrapposizioni. Il filo armonico muove superfici di organza. La maglia diventa un fascio di pieghe, ma come di paglia che si drappeggia sul corpo. Le giacche si trasformano, mutano, hanno i colli svettanti, a formare nuovi scolli sul dietro. Come una carezza dolce, abbandonano la rigidità connaturata a questo capo di abbigliamento e si rimborsano ad effetto balloon. Abiti e magliette perdono spalle e spalline prediligendo l’effetto strapless.

Impreviste alchimie.

Metallo laccato nero per intere superfici borchiate, per magici galucha, per nastri cuciti a tratti che formano buchi e squarci scoprendo lampi abbaglianti di pelle. Disegni e ricami ricavati da imbastire, tracce, bindelli e drittofilo ripresi dalla tecnica di sartoria. Anche sul denim grigio del jeans, solcato in contrasto dalle impunture a evidenza piena. L’esplosione del nuovo taffetà strapazzato per nuvole incredibili. Scarpe che paiono concepite in assenza di gravità, sorrette da elastici color carne. Tracce d’oro opaco, come un fantastico spolverio. La sorpresa di una borsa satinata come un gioiello…