Collezioni —Donna / Accessori
Autunno / Inverno — 1983
Cartella Stampa
Collezione Prêt-à-porter
“Il gioco degli opposti… la luce e l’ombra, yang e ying, uomo e donna… Capovolgere, mescolare, sovvertire la regola per scoprire il principio che quella regola ha creato…
Quindi utilizzare i tessuti tipici del guardaroba maschile, con la loro tradizione formale, per abiti femminili, senza sospetto di rigore o di severità. E spostare quelli femminili verso una linea sempre più austera. Ricostituire gli elementi classici dell’abbigliamento, gonna, blazer, abito, come una nota ricorrente … Immaginare, per questa donna che si evolve, nuove regole di seduzione. Negati i criteri hollywoodiani, la scollatura si sposta sul dorso. In vista polso e avambraccio. Colli alti e chiusi (pudore? sfida?). In rilievo l’incavo appena sotto la vita… “
(nota per la lettura della collezione dagli appunti di Gianfranco Ferré)
La figura ridisegnata
Camicia in fil à fil azzurra da etoniano e gonna di vigogna grigia (ma la camicia è un enorme rettangolo, da stringere sulla schiena con la martingala o da drappeggiare con una cintura a nastro).
Giacca in flanella doppiata nei colori college – rubino, grigio, blu – e gonna di vigogna ferro (ma riscaldata da un enorme cardigan a maglia inglese).
Il paltò lungo a metà polpaccio, molle come accappatoio, senza bottoni, senza chiusura, a falde sovrapposte (ma niente colletto, solo una sciarpa di tricot e castoro da ripiegare come l’asciugamano di un pugile).
Le funzioni ritrovate
La robe manteau gessata (ma sotto il trench blu navy).
Il tubino high-society, accollatissimo davanti, scollatissimo dietro, (ma che copre il malleolo).
Il cappotto bon-ton (ma con i risvolti “paravento” in castoro).
La sera inventata
La canottiera (ma in cristalli d’oro), la giacca (ma da ufficiale di marina), i pantaloni (ma in principe di galles bordati di ottoman di seta).
Lo smoking (ma la giacca è ampissima e stondata) con la camicia (però completamente aperta sulla schiena).
Il tailleur (ma la giacca è a ruota, in grisaglia di lana, e la gonna di flanella sfiora la caviglia) con la camicia (ma di raso drappeggiato).
I colori impossibili
Blu marine fino al l’azzurro, i bianchi sfatti della gabardine tipo trench, il grigio come nuovo nero ma il taffetà doppia la niki di angora, la grisaglia è doppiata in oro, il panno è doppiato di flanella, il tessuto si raddoppia: tutto è diverso da quello che sembra. Controllare, toccare…).
I lampi di luce: tessuti lucidi vicino all’opaco, scarpe di vernice nera, una cintura lunghissima – di vernice – da annodare e lasciar libera per segnare il movimento (vedere i futuristi, Man Ray…).
“Le donne, infine, le donne, a cui basta un gesto, una linea, un’audacia nello sguardo, un movimento della persona per divenire qualcosa di affascinante”
Pierre Reverdy